Parrocchia di S. Antonio abate

Occhieppo Superiore, frazione Galfione 

Cenni storici della Parrocchia di S.Antonio abate – Occhieppo Superiore, frazione Galfione.

Galfione fu e rimase sempre una frazione di Occhieppo Superiore. Come centro abitato figura già in documenti del 1221, del 1236 e del 1242, ma ebbe un proprio oratorio frazionale forse non prima dell’inizio del sec. XVII. Anche religiosamente fece parte della parrocchia di Occhieppo Superiore.

La visita pastorale del 1661 è il primo documento che ricordi quest’oratorio, dedicato a quei tempi a S.Antonio abate e a S. Carlo Borromeo, amministrato da due priori e retto da un cappellano, che era tenuto a celebrare una Messa tutte le settimane.
Nel 1667 la frazione contava 36 famiglie, le quali, d’intesa con quelle del vicino cantone di Fiario, domandarono al Vescovo il permesso di erigere una nuova parrocchia o almeno una compagnia di disciplinati in uno dei due oratori delle loro frazioni. La loro richiesta era motivata dal fatto che le due frazioni contavano un terzo dell’intera popolazione di Occhieppo Superiore e per di più si trovavano assai lontani dalla chiesa parrocchiale di S.Stefano.

Si ottenne solo di erigere una compagnia religiosa, senza divisa, sotto il titolo della Madonna della Mercede nell’oratorio della Vergine delle Grazie di Fiario. L’oratorio di Galfione dovette attendere fino al 1714 prima di avere una sua confraternita, dedicata a S.Rocco. Questa divenne così potente che avocò a sé ogni iniziativa religiosa della frazione e fu poi l’artefice principale per l’erezione della parrocchia.

Le prime pratiche per la fondazione della parrocchia sono compendiate nell’atto di dotazione del 29 settembre 1977. All’erezione della nuova parrocchia si opposero, come era da prevedersi, il comune e la parrocchia di Occhieppo Superiore. Si dovette superare le loro opposizioni e il 16 febbraio 1778 la confraternita di S.Rocco, davanti al Vic.Gen. Bocchiardi, fissava un nuovo regolamento per l’ufficiatura della chiesa di S.Antonio.

Il 21 febbraio successivo il primo vescovo di Biella, mons. Giulio Cesare Viancini, decretava l’erezione della nuova parrocchia sotto il titolo di S.Antonio abate, dichiarandola di libera collazione, all’infuori della nomina del primo parroco, che riservava al sig. Pietro Tua, quale riconoscimento per la fondazione del beneficio parrocchiale (requisito durante il dominio napoleonico e mai più restituito).

L’archivio parrocchiale è assai provvisto di documenti; gli atti anagrafici cominciano dal 1778 per i matrimoni e dal 1838 per i defunti e i battesimi.