Casa Nuova San Grato

Il diavolo ha paura della gente allegra
San Giovanni Bosco

“Casa Nuova San Grato”

Chissà cosa spinse il nostro pastore di anime Don Cappa a partecipare, terminata la Messa, al pranzo sociale di San Carlo quel giorno di luglio del lontano 1964.

Probabilmente per la buona compagnia di molti suoi parrocchiani, la bella giornata magari, spazi verdi a perdita d’occhio. Ma forse era un appuntamento con il destino, uno di quegli appuntamenti che cambiano la realtà della vita di ogni giorno, non di una ma di molte persone. Sta di fatto che si trovava molto a suo agio in quel luogo dedicato alla fede; la pace e l’armonia di cui godeva in quel momento gli suggerì un pensiero semplice e naturale:

“E’ talmente bello stare qui che sarebbe una bella cosa portarci i ragazzi della parrocchia”.

Quella semplice riflessione, nata forse per caso nella mente del nostro pastore, fu poi l’argomento di discussione fra quel gruppo di persone. Ancora non sapevano quei parrocchiani che quel pensiero avrebbe dato vita ad una splendida realtà che intere famiglie di Occhieppesi avrebbero poi vissuto in forme diverse, chi come cristiano dedito ai bisogni di una comunità, chi come ragazzo a contatto di un’esperienza di vita comunitaria, chi come genitore, e alcuni di loro in più di una veste nel tempo.

L’idea comunque di creare un campeggio estivo per i ragazzi piacque ai presenti, alcuni si resero subito disponibili a svilupparla e renderla reale, donando tempo, fatica e sforzi per regalare ai ragazzi della comunità la possibilità di  passare dei bei momenti di svago e formarsi un’esperienza di vita cristiana in comune tra coetanei. Moltissimi altri si renderanno nel tempo disponibili a sostenere chi con denaro, chi con il lavoro e l’impegno personale questa iniziativa.

Qualche anno dopo nasce questa realtà del campeggio. Viene scelta la località di San Grato, molto simile a quella che aveva visto nascere l’idea un anno prima. Non è una reggia, tutto è precario, a cominciare dai servizi di cucina e in generale in tutti i servizi, ma i primi volontari cominciano a rendere la sistemazione migliore di quella trovata. I lavori e i problemi sono tanti ma c’è anche molto impegno di tutti per risolverli. L’inizio fu duro, bisognava portare su il necessario a dorso di mulo. Erano i tempi di “Jacu d’la luce” e altri vari personaggi che si preoccupavano che tutto funzionasse, che tutti i ragazzi ospiti della casa potessero godere di questa parentesi di vita, lontano da casa, a divertirsi immersi nella natura, vivendo fianco a fianco in una comunità cristiana vissuta nella gioia e nella condivisione. Il primo sacerdote che a quei tempi si occupò dei ragazzi fu Don Renato Bertolla, seguirono Don Cappa, Don Bregolin e Don Eugenio Zampa.

Nel 1984 e 1985 l’attività si spostò a Tavigliano, in una casa a due piani di un edificio posto in paese sotto la guida di Don Eugenio Zampa e poi Don Renzo Noris. La richiesta sempre maggiore di adesioni al campeggio consigliò di cercare altrove una nuova sistemazione. Si pensò alla Trappa di Sordevolo e venne fatto un sopralluogo con il proprietario del tempo. La sistemazione fu poi scartata perché il fabbricato era già in parte affittato ad un margaro del posto e la cosa poteva creare problemi con la presenza di circa una trentina di ragazzi. Nel 1986 fu la volta di una nuova località, immersa nel verde e meta odierna frequentata di escursioni turistiche: la casa degli Scout a Bagneri. Si faceva ormai sempre più pressante la necessità di trovare una sistemazione non più vincolata all’ospitalità di altri. Una casa dove poter non essere più nomadi ma sentirsi a casa propria, un luogo da costruire intorno alle necessità ed esigenze dei ragazzi, di essere liberi di poter modificare, ampliare e rendere confortevole un luogo dove molti ragazzi avrebbero continuato a vivere l’esperienza di vita comunitaria che molti Occhieppesi rendevano possibile donandosi senza risparmio di tempo e risorse. Finalmente viene individuato un edificio che permetterebbe tutto questo. Costruito in origine per uso abitazione, immerso nel verde, in una zona ricca di ruscelli, in una posizione splendida dominante la pianura biellese, soleggiata.

Era quello che si cercava e fu acquistato. Nasceva la casa “Nuovo San Grato”, correva l’anno 1987. Il primo campeggio nella nuova struttura fu posto sotto la guida di Don Fulvio, coadiuvato da Elena Schiapparelli. Successivamente negli anni ’88 e ’89 si prestarono Don Fulvio e Don Minola. Poi nell’anno 1990 fu il turno del chierico Claudio Cerri. Dal 1992 la guida passa a Don Fabrizio viceparroco di Occhieppo Inferiore sino ad oggi. A partire dall’anno di acquisto, come fu già per le sistemazioni di San Grato e le successive, vennero apportate infinite migliorie alle strutture, impianti, servizi. Cominciando dagli adeguamenti sanitari alle dotazioni di impianti, la creazione di campi di gioco, e la lista è quasi infinita. Alcuni riferimenti di esempio:
Nell’anno ’94 l’acquisto di un telone per la copertura della terrazza.
Nel ’95 l’asfaltatura della strada di accesso.
Nel 2008 l’acquisto del forno da mensa e delle cappe della cucina.

Beni costosi che hanno impegnato non poco la comunità nel trovare le risorse economiche necessarie. Ecco quindi il nascere di appuntamenti sociali e feste che da un lato hanno creato momenti di incontro importanti nella comunità parrocchiale, dall’altro hanno inventato risorse altrimenti introvabili. Alcuni appuntamenti sono ormai diventati annuali come il cenone, la fagiolata, il pranzo di Primavera e quello di Autunno, il pranzo degli anniversari e altre iniziative tese a reperire risorse utili per migliorare la struttura aggiornandola nel tempo alle esigenze sempre in continua evoluzione.

Ciò che non è quantificabile in moneta ed è invece importantissimo, fondamentale, è stato ed è tuttora l’impegno che moltissime persone hanno donato e continuano a donare per far vivere questa realtà. Non è possibile citarle tutte o citarle in maniera parziale, anche perché, curiosamente, non si è aiutati nel trovare chi ha aiutato di più. Succede infatti che alla domanda fatta a Caio: ”A sua memoria quale è una persona che ha aiutato molto?”, la risposta è stata sempre: “E’ stato Tizio”, ma quando si pone poi a Tizio la stessa domanda lui risponde: ”E ‘stato Caio”. Tutti segnalano l’altro, l’amico, come migliore esempio di impegno e a sua volta vengono loro stessi segnalati dall’amico come esempio di impegno svolto.

Due nomi però ricorrono senza eccezione nei ricordi di ognuno che è stato chiamato ad esprimersi su questo aspetto dell’impegno ed è quindi forse giusto testimoniarlo: Giacomo Miglietti e Franco Pavignano. In effetti sono tutti loro a dare l’esempio, di vita vissuta cristianamente e cristianamente donata ad altri per un bene comune superiore ai propri interessi personali. Questa splendida realtà va continuamente alimentata da persone che, come i loro predecessori, decidono di donare una parte del loro tempo e impegno per far continuare a vivere un’iniziativa unica tra tutti i comuni biellesi,

C’è da sperare che nuove persone si aggiungano a chi già opera per far vivere il campeggio e diventino parte di questa magnifica realtà. Non occorre essere speciali in qualcosa per cominciare a far parte del gruppo di genitori che tengono in vita il campeggio, basta la volontà di agire nel bene, donando una piccola parte di se stessi per il bene dei ragazzi, ve la sentite?